Come attrarre e trattenere i talenti digitali in azienda e con quali strumenti?
Abbiamo parlato di welfare, spazi lavorativi confortevoli, strumenti di work-life balance e pacchetti di benefit variegati con Barbara Cominelli, CEO di Jones Lang LaSalle. La sua azienda punta su un modello “Flex for your day”, dove la flessibilità viene guidata dall’attività da svolgere, in altre parole il lavoratore decide in autonomia se lavorare in ufficio o da remoto in base alla scelta più funzionale a quello che deve fare: meeting, analisi desk e così via. L’ufficio diventa quindi lo strumento migliore, più adeguato a ospitare al meglio alcuni momenti lavorativi specifici, con un design progettato proprio per soddisfare le esigenze legate alle attività specifiche: salottini per incontri one-to-one informali, spazi ampi per il caffè, terrazze e spazi verdi per momenti di convivialità informali. Lo spazio diventa più accogliente per rispondere all’idea di maggior confort, meno postazioni individuali e più metri quadrati per gli spazi comuni.

Secondo Barbara Cominelli, è necessario agire su tre aree. Prima di tutto, occorre lavorare sul curriculum scolastico e universitario, introducendo sin dalla scuola primaria la formazione sul digitale e sulla tecnologia, che devono far parte della cassetta degli attrezzi che lo studente ha a disposizione, come la matematica, la grammatica e l’inglese etc. Un altro punto molto importante è rafforzare il legame tra aziende e università, dando la possibilità agli studenti di imparare a conoscere le piattaforme e gli strumenti tecnologici più diffusi non solo attraverso lo studio teorico ma anche con la pratica, e offrendo loro l’opportunità di frequentare corsi aggiuntivi per la certificazione delle competenze. La seconda area di intervento riguarda la “cross-fertilization” dei saperi, questo significa introdurre la tecnologia anche nelle facoltà umanistiche (e viceversa) con l’obiettivo di istituire una cultura informatica diffusa. Non tutti devono diventare esperti di programmazione ma tutti devono sapere cosa può fare la tecnologia. «A me piace il modello anglosassone dove uno studente può scegliere di studiare Computer Science e Filosofia insieme, perché ci permette di dare contenuti verticali ma anche quella learning agility e sguardo aperto che sono chiave per disegnare il futuro» ha spiegato Barbara Cominelli.

Come terzo punto infine, occorre investire in modo programmato sulla formazione e sullo sviluppo delle risorse aziendali attraverso percorsi di reskilling e upskilling in funzione delle necessità connesse alla digital transformation dei processi aziendali.

Infine, non c’è una soluzione unica, ma è necessario intervenire su diversi fronti, partendo dalla scuola fino ad arrivare ai consigli di amministrazione delle aziende, ai distretti industriali, alle istituzioni del Paese. È un processo che sta modificando profondamente il mondo del lavoro e il modo di fare impresa e siamo solo all’inizio.

Non perdere il prossimo appuntamento, parleremo delle politiche che le aziende mettono in campo per affrontare questo scenario così complesso.

Leggi anche gli altri articoli precedenti della serie: